Eraclito – frammento 108
ὁκόσων λόγους ἤκουσα, οὐδεὶς ἀφικνεῖται ἐς τοῦτο, ὥστε γινώσκειν ὅτι σοφόν ἐστι πάντων κεχωρισμένον.
1)
Di tutti coloro di cui ho ascoltato i discorsi nessuno è arrivato al punto da riconoscere che ciò che è saggio è separato da tutti.
(A cura di) G. Giannantoni, I presocratici. Testimonianze e frammenti, Laterza, Bari 1969, p. 205.
2)
Nessuno di tutti coloro di cui ho sentito i discorsi giunge a riconoscere che la sapienza è ben distinta da tutte le altre cose.
(A cura di) G. Reale, I presocratici, Bompiani, Milano 2006, p. 351.
3)
Di tutti coloro di cui ho ascoltato i ragionamenti, nessuno giunge a questo punto, ossia considerare che – il principio di – ciò che è sapiente – e della sapienza stessa – si mantiene separato da tutto.
- Commento:
Il senso di questo frammento è affine a DK 32, dove to sofon è equiparato a Zeus – in un senso non pienamente teistico, come già notato. Apparentemente è però in conflitto con altri frammenti, mi riferisco a DK 50 e DK 116. Con la traduzione “si mantiene separato” intendo dunque significare che una simile separatezza non è del tutto tale, non è assoluta, per lo meno non è assolutamente trascendente – come già sostenuto da Kirk. Altre traduzioni che ho vagliato: “si mantiene distante”, “si mantiene in disparte”. Proprio per via della duplicità di to sofon in questo frammento mi sono servito di più incisi.
Altra questione è a chi vada riferito panton, se a tutti gli uomini – come intende Giannantoni – o ad un tutto più generale.